2873-Bro.indd Oggi una lettrice mi ha chiesto perchè in Siria mon amour non ho scritto come è stato il ritorno, l’incontro tra Amani ed Andrea. Me lo chiedete in tanti e tante, ancora, e allora ci tengo a darvi la motivazione.

Amani mi aveva raccontato qualcosa del ritorno e avrei dunque potuto chiudere il libro con un capitolo a casa di Andrea, tra lacrime e baci.

Ma se l’avessi fatto il libro avrebbe perso il suo cuore. Ciò che mi ha spinto a scriverlo e stata la forza di Amani, la sua ribellione. E’ quella ribellione che ho voluto raccontare. È in quella sua ribellione e in quel suo dolore intimo e profondo che mi sono immedesimata per trovare le parole.

Avrei potuto regalarvi un bel capitolo struggente, perchè il loro incontro lo è stato, ma vi sareste portati nel cuore l’incontro tra Amani e Andrea (che poi si sono lasciati come accade in tante altre storie) e invece nel cuore vi portate sì i loro patimenti ma soprattutto la ribellione di una ragazzina che aveva ben chiaro quanto fosse importante lottare per difendere la propria dignità. Vi portate nel cuore il destino delle sue cugine, semianalfabete, dedite alla cucina e alla casa, presto spose di uomini che non sceglieranno.

Quando dovevo scrivere mi chiudevo in una stanza al buio, ascoltavo musica siriana e risentivo nel registratore la voce di Amani che cercava di riordinare i tanti frammenti dei suoi ricordi che abbiamo lentamente ricostruito. Guardavo foto della Siria, brevi filmati di quella terra lontana in cui immaginavo di essere lei e cercavo di soffrire quanto lei per riuscire a raccontare cosa si prova quando cercano di annientarti l’identità; mi dimenavo come lei per condividere con voi quella ribellione.

Non abbiatemene se avete chiuso il libro chiedendovi “E Andrea???”, non era di lui che volevo parlare. Non me ne voglia Andrea.

Nemmeno l’epilogo avevo previsto, poi, una domenica mattina, nel dormiveglia sotto il piumone, pensando alle notizie che arrivavano dalla guerra in Siria (che quando ho iniziato la stesura non era ancora guerra) e ad Amani che alla gioia della maternità allternava il dolore per la sua terra, ho preso il notes e la matita che tengo ai piedi del letto e ho buttato giù due frasi che in pochi minuti sono diventate la pagina che avete letto.

E in quella pagina ho scritto la frase che per me -e spero anche per voi- rappresenti questa storia, dolorosa e splendida nel contempo:

“Nella rassegnazione sta la sconfitta, non nel dolore della ribellione”.

Questo per me è Siria mon amour.