Sono nata nel 1964 e sono cresciuta in mezzo alla natura.
Con le bambole giocavo quando pioveva, preferivo avventurarmi nel bosco, leggere sugli alberi, giocare a nascondino o correre con la mia bici da cross.
Ho sempre amato leggere, e alla maturità elettrotecnica ho portato Italiano e il libro La Storia di Elsa Morante uno dei tre libri che ho sempre avuto con me da quando sono adolescente, insieme a Il secondo sesso di Simone de Beauvoir e l’ antologia su David Bowie.
Dopo alcuni anni di lavoro nel settore informatico ed elettrico-industriale ho scelto di essere più felice e ho ripreso i miei grandi amori, la scrittura e la fotografia.Ho iniziato l’attività giornalistica, mi sono avvicinata agli studi di genere e nel contempo ho scritto libri, e credo che non smetterò mai. È grazie ai libri che ho scoperto il mio talento nel fare formazione, prima nelle scuole, poi presso gli ordini professionali e nelle aziende.
Mi appassiona parlare con le persone, sempre. Riuscire ad avvicinarci su piani in cui ci riconosciamo simili, smussando le differenze o le diversità di vedute.
Simone Veil diceva L’attenzione è la prima forma di amore, e io credo che sia così.
Attenzione e Cura per il mio lavoro e le persone con cui lo condivido lo rendono stimolante e gratificante anche dal punto di vista umano. Spesso anche divertente.
Mi piace la solitudine -non potrei fare a meno di Una stanza tutta per me– quanto stare insieme alle persone. Vivere in relazione è per me un bisogno e un valore.
Appena posso vado al cinema e a teatro, mi piace cucinare per amiche e amici, condividendo il rito della preparazione con Massimo, mio marito.
Ho due figlie, Giulia e Francesca, un figlio, Alessandro. E una gatta che si chiama Blu. Ho un nipotino che si chiama Riccardo con cui sto sperimentando la nonnità, esperienza affascinante, che in questa fase più matura della vita dà nuovi significati alla parola amore.
Amo la vita, in tutte le sue declinazioni, anche quando è faticosa.
Credo fortemente nel valore della parola NOI.